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Numero di abitanti: 1.500
Nomi delle frazioni: Panarella.
Etimologia
Dal volume "Vicende storiche di Papozze dalle origini al XVIII", pubblicato nel 1975, si rileva che l'origine del nome deriva da "Tebaldinus Prenomine Papocius", cittadino ferrarese che vendette ai veneziani Marco e Matteo Quirini tutto il territorio chiamato "Papocia" (documento risalente al 1255).
Cenni storici
Le origini di Papozze sono vaghe e incerte, si possono collocare approssimativamente tra la seconda metà del XII e gli inizi del XIII secolo quando Papozze tornò in territorio ferrarese nel 1309 per volontà di Papa Clemente V che ne privò i Quirini, signori veneziani. Seguì le sorti estensi sino al 1598, anno in cui Ferrara passò sotto il controllo dello Stato della Chiesa e il dominio Pontificio durò fino all'invasione francese del 1797 e nascita della Repubblica Cisalpina. Napoleone nel 1807 decretò la costituzione di Papozze in Comune, aggregandolo alla provincia di Rovigo. In seguito al congresso di Vienna passò sotto l'Impero d'Austria rimanendovi sino al 1866 anno in cui, in seguito alla terza guerra d'indipendenza, entrò a far parte del Regno d'Italia. Queste terre non erano un tempo che una vasta zona paludosa che si perdeva giù sino al mare. Le acque lente del Po andarono trasformando gli acquitrini con la formazione di terreni alluvionali. Il Po allora non bagnava questo territorio ma, deviando il corso attuale, andava a sboccare per il ramo, ora interrato, del Volano e passava sotto le mura di Ferrara. Prima del 1150 queste terre erano piene di paludi e di canali, il maggiore doveva essere il Corsola o Longano che, correndo presso Papozze, scolava le paludi di Adria, Loreo ed Ariano. Dove il Corsola corresse prima delle rotta di Ficarolo certamente non si può dire, ma dopo la rotta divenne affluente del Po e per mezzo di esso, poco sopra Ariano, si giungeva a Venezia. Nel 1150 o 1152 o 1156 (gli storici non sono concordi) il Po ruppe nei pressi di Ficarolo e il ramo sinistro della rotta entrò nel canale di Corsola; grande fu l'alterazione che portò questa alluvione a tutto il territorio ferrarese e palesano, restringendo il Polesine a Sud, come nell'anno mille la rotta dell'Adige al Pizzon, presso Badia Polesine, lo aveva ristretto a Nord. Questa rotta fu senza dubbio la causa principale del sorgere della villa di Papozze (col termina medievale di villa si intende un agglomerato rustico, un aggregato di abitanti dediti per lo più all'agricoltura, tra i quali si eleggeva un capo o massaro delegato a vigilare sugli interessi della collettività e sulla pubblica giustizia) in quanto il Po, con maggior facilità dei canali precedenti, poteva sedare la acque delle paludi. Nel territorio di Papozze oggi si può ammirare Villa Lardi, palazzo cinquecentesco, la Chiesa Parrocchiale dedicata ai Santi Bartolomeo e Carlo dove si trovano alcune pregevoli tele (Madonna col Bambino, Scasellino 1546, Benvenuto Tisi da Garofolo) e un organo, in stato precario, del celebre Callido - Albigno il Campanile del XVII secolo, dichiarato monumento nazionale.