- Delta Slow
- Webcam
- Comitato Tecnico Scientifico
Pietro Donzelli, fotografo milanese, tra il 1943 e il 1945, mentre è soldato, fa il suo primo determinante incontro con i paesaggi del Delta del Po. Rimastogli nel cuore, vi fa ritorno, più volte, dal 1953 al 1961, componendo la raccolta "Terra senz'ombra", uno dei primi esempi di fotografia documentaria in Italia. Nelle sue fotografie sono visibili vari luoghi del Delta del Po (il Po di Levante, il Po di Volano, Adria, Goro, Rosolina, Mesola, Scardovari, l'isola di Ariano) dove emerge con persistenza l'implacabile orizzontalità della linea cielo - acqua. Nella sua opera, dal linguaggio semplice e puntuale, si percepisce il Delta del Po in quel periodo storico, caratterizzato da specchi d'acqua, le linee dei canali, degli argini e delle strade, le campiture dei terreni coltivati, i grandi cieli e i modesti casoni, le solitarie figure umane nel paesaggio, l'espressione gentile della gente semplice locale a lungo colpita dalla miseria, dalla fatica e dalla violenza della natura. Di questa opera si era tenuta una mostra nel 2017 a Rovigo presso Palazzo Roverella.
Negli stessi anni anche il fotografo bolognese Nino Migliori intraprende un lavoro fotografico in questi territori, "Gente del Delta" (1958), dal sapore neorealista, si focalizza sull'investigazione della cultura rurale, in particolar modo su come si viveva in Italia alla fine della seconda guerra mondiale. Queste foto sono state raccolte in un omonimo libro edito da Humboldt che uscirà il 9 ottobre 2020.
Il progetto fotografico "Polesine", realizzato negli anni Settanta da Gianni Berengo Gardin, ha come tema centrale il lavoro delle genti polesane, la solitudine dell'individuo, la difficoltà di trovare un posto nel mondo. Le immagini di Berengo Gardin hanno un valore storico - documentario perché seppure siano degli anni del boom economico, presentano un paesaggio incontaminato, ed offrono uno spaccato di vita di questi territori; è un diario intimo che racconta ponti di barche, traghetti sul fiume, mulini a pale dove la tranquilla vita del fiume si riallaccia alla vita delle sue genti.
Duilio Avezzù oltre ad essere un fotografo amatoriale di Cavarzere è anche un ricercatore di immagini con cui recupera gli avvenimenti del suo paese. Nelle sue fotografie in bianco e nero di "Nobili e dolenti persone" i protagonisti sono le genti più che il paesaggio stesso, i contadini e i pescatori. Avezzù mette in primo piano la fatica dell'esistenza, la dura vita di coloro che, nei tempi passati, dovevano arrangiarsi con le proprie forze per procurarsi il cibo quotidiano. Alcuni personaggi presenti nelle fotografie sono raccontati nelle storie che compongono il libro "La polvere dell'infanzia e altri affanni di gioventù" di Francesco Premunian. Nel 2016 presso Ca' Cornera si era tenuta una mostra con queste opere fotografiche.
Fulvio Roiter, conosciuto come "il fotografo di Venezia" non ha solamente immortalato la sua tanto amata città ma anche numerosi luoghi in giro per il mondo tra cui il Delta del Po. Nel 1981 dedica un libro a questi territori edito dalla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, dove il paesaggio a colori viene scrutato da varie angolazioni, dall'alto, via acqua, via terra. Le sue fotografie ritraggono il territorio del Delta del Po mostrandolo in tutta la sua bellezza: i rami del fiume che attraversano il luogo, i colori policromatici delle campiture degli appezzamenti di terra, le persone del luogo, i pescatori, gli agricoltori, i raccoglitori di canne, la fauna, i tramonti che si riflettono sulla superficie dell'acqua. Roiter, nella sua opera, rappresenta con precisione le geometrie dei grandi spazi e i variegati colori che contraddistinguono il paesaggio del Delta del Po.
Luigi Ghirri, fotografo reggiano alla ricerca di un "cinema naturale", trova nel Delta del Po un territorio semi-abbandonato da immortalare, così tra il 1989 e il 1990 fotografa le zone di Scardovari, Contarina e le foci del Po. Le sue opere sono caratterizzate dalle forme semplici, e sono studi sulle forme delle cose, cioè su come le cose vogliono essere viste. L'orizzontalità è la protagonista di queste fotografie assieme al paesaggio, e i colori, tipici delle sue opere, risultano pallidi, calmi, spesso tendenti al pastello, "come se l'artista non volesse far parlare le sue immagini a voce troppo alta."
Lino Bottaro, fotografo naturalistico di Padova, realizza nel Delta del Po due progetti raccolti in due libri: "Delta del Po. Alba di un parco" (1994) e "Le terre del sale. Delta del Po: litorali, valli, lagune e saline" (2004). Attraverso le sue immagini illustra la vivacità della fauna e i cromatismi del territorio del Delta del Po, ed accompagna lo spettatore in questo luogo alla scoperta dei suoi litorali, delle sue valli e delle sue lagune. Molte foto sono dall'alto perché secondo Bottaro "un territorio piatto come il Delta si scopre guardandolo come lo vedono gli uccelli", la natura e la sua bellezza vengono catturate dallo stesso fotografo che ne è affascinato e le racconta in tutta la loro maestosità.
Il progetto "Another Landscape", il quale raccoglie le due opere di Zanta e Guerrieri, è ideato dall'Associazione di Porto Viro "Città Invisibili", si vuole raccontare attraverso indagini fotografiche un territorio complesso come quello del Delta del Po.
Marco Zanta, nel suo progetto fotografico "In principio" del 2015, ha voluto lavorare sul contesto urbano, periurbano e agricolo situato lungo il tratto polesano di statale Romea, corrispondente all'area dell'antica linea di costa, prima della formazione del Delta del Po moderno.
Nel 2017, William Guerrieri realizza il lavoro fotografico "New Lands", una documentazione di ciò che si è modificato nel corso della storia, partendo da uno studio nell'ambito dell'agricoltura e della bonifica, la terra conquistata al mare e al fiume. L'obiettivo è quello di documentare i luoghi della bonifica prendendo come punto di partenza l'agricoltura, i suoi sviluppi industriali e la trasformazione del paesaggio.
Ogni fotografo, come ogni regista o artista, vede il Delta del Po con la propria visione creando delle opere d'arte uniche nel loro genere. Raccontano per immagini il paesaggio dove emergono non solo emozioni ma anche gli elementi di mutazione che caratterizzano questo territorio che negli anni si è modificato (sia in modo naturale che per mano dell'uomo). Tutte le opere di tipo fotografico e cinematografico testimoniano questo, e possono essere considerate importanti memorie storiche di questo territorio ricco di biodiversità.
Le opere che raccontano il Delta possono essere racchiuse in una frase che Gian Antonio Cibotto ha scritto, nel libro Scano Boa: "E' inutile cercare sulla carta geografica le località nominate in questo libro. L'esattezza geografica non è che una illusione, il Delta Padano, per esempio non esiste... Io lo so ci sono vissuto" così le rarefatte immagini ed emozioni immortalate nelle opere fotografiche rappresentano il sentimento degli artisti nel momento in cui hanno vissuto e raccontato il Delta del Po.
Francesca Crepaldi